Design progettazione sistemica

Agritube: l’innovazione frugale accessibile ovunque

Glocal Impact Network
L’Agriculture Unit di Glocal Impact Network, a inizio 2018, dopo un anno di ricerca su tre continenti e un partenariato con il Dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova, ha sviluppato Agritube, il suo primo prototipo di idroponica semplificata, interamente riproducibile con materiali locali grazie ad una tecnologia frugale e ad un approccio open source, costruito a partire da materiali reperibili nei mercati nazionali dei paesi in via di sviluppo.

L’approccio alla base della progettazione di Agritube (e dei successivi prototipi di agricoltura innovativa) è lo stesso che ha portato nel 2014 all’implementazione del progetto Liter of Light in molteplici paesi dell’emisfero sud del mondo da parte dell’Energy Unit di Glocal Impact Network e che ha reso possibile l’accesso all’energia elettrica a più di 50.000 persone.

Combinare un approccio low tech alla tecnologia con lo sviluppo di sistemi pensati a partire da materiali locali e condividere il know-how alla base della ricerca e della finalizzazione dei sistemi, nonché del loro utilizzo, manutenzione e riproduzione con gli utilizzatori finali si è rivelata ancora una volta la formula vincente. Agritube, che si inserisce nell’ambito dei sistemi semplificati di coltivazione fuori suolo sponsorizzati dalla FAO, è stato inserito sempre nel 2018 fra le 50 migliori soluzioni dello UN Sustainable Development Solutions Network – Youth per raggiungere gli SDGs dell’Agenda 2030 e ha ricevuto nel 2020 la menzione d’onore del premio Compasso d’Oro dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI).

Ma come è stato possibile? Successivamente ad una prima prototipazione di Agritube in Italia, a Padova, presso le serre del DAFNAE (Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente dell’Università), durata un anno, nel 2019 si è passati ad un secondo test in territorio Africano, nei pressi di Nairobi in Kenya, affidando la riproduzione e il funzionamento di Agritube a un partner locale di Glocal Impact Network, che era già nel mercato locale dell’acquaponica (VDM Agro), che ha confermato la validità e la capacità produttiva del prototipo, concludendone la fase di test e dando l’avvio alla fase di replicazione, a partire dal continente africano.

Glocal Impact Network

Il sistema, nonostante l’utilizzo di una tecnologia semplificata, conserva le potenzialità dell’idroponica tradizionale, quali:

  • la possibilità di coltivare in contesti nei quali i terreni possono essere inquinati, non più fertili o assenti, come nelle realtà urbane;
  • l’efficienza d’uso dei nutrienti, perché i nutrienti vengono mantenuti all’interno di un sistema chiuso senza essere dispersi nel terreno;
  • l’efficienza d’uso della risorsa idrica, in quanto il sistema (essendo a ciclo chiuso) permette di ridurre il fabbisogno idrico della coltura. Rispetto all’agricoltura in pieno campo si stima un risparmio del 90% nell’utilizzo di acqua per l’irrigazione:
  • Test Padova: 19,2L/Kg comparata col pieno campo di 200L/Kg (su insalata)
  • Test Kenya: 24,1 L/Kg comparata col pieno campo di 200L/Kg (su insalata)
  • il sistema è inoltre completamente alimentato a energia solare.

 

Dallo sviluppo di Agritube in poi, sempre in partnership con Università e Centri di ricerca italiani (e presto anche senegalesi) si sono susseguite diverse nuove prototipazioni della tecnologia (che come unico vincolo ha quello di rimanere low-tech e riproducibile a partire da materiali esistenti nei paesi di destinazione). Ad Agritube si è aggiunto Agripot (per la coltivazione fuori solo, in vaso, di pomodori e melanzane) e si sta ragionando sull’idroponica verticale e in floating.

Anche rispetto alle specie di ortaggi da coltivare siamo soltanto all’inizio. Oggi con Agritube è possibile produrre insalata e altre verdure a foglia, ma replicando la tecnologia in nuovi paesi sarà necessario inserire nuove colture a partire dalle abitudini alimentari delle popolazioni locali.

Per tutto il 2021 (l’anno 2020 ha obbligato a una pausa le progettazioni internazionali causa pandemia da COVID-19) si susseguiranno infatti implementazioni del sistema di coltivazione fuori suolo (e sue successive varianti) in vari paesi africani: dal Senegal alla Costa d’Avorio, dal Madagascar alla Tanzania, nelle quali Glocal Impact Network opererà come partner tecnico delle Organizzazioni Non Governative e degli attori locali che lavorano principalmente nelle aree rurali per garantire alle comunità sicurezza alimentare e supporto alla capacità produttiva indipendente dei contadini, e fungerà da connettore tra questi attori e il mondo della ricerca e dell’innovazione frugale.

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