Design

Giorgio Giorgi: L’Impact Design al servizio della Progettazione Internazionale

Glocal Impact Network

Sviluppo sostenibile, design, networking: come si genera cambiamento positivo in un mondo che ha modificato le regole del gioco

Ce lo racconta Giorgio Giorgi, Co-founder e Head of Technical Development di Glocal Impact Network.
Intervista di Amanda Mhimid

Con Giorgio Giorgi, co-fondatore di GIN e Responsabile della Progettazione Internazionale, abbiamo colto l’occasione per farci raccontare dell’evoluzione di Agritube, perfetto esempio di unione tra i mondi del design e della cooperazione allo sviluppo, negli anni intercorsi dall’avvio del progetto a oggi, dei valori su cui si basa e delle possibili prospettive future.
 
La nascita di Impact Design, la nuova sinergia con il Laboratorio Design per la Sostenibilità (LDS) dell’Università di Firenze, parte proprio dall’idea di permettere al mondo del design e della progettazione internazionale di contaminarsi e arricchirsi a vicenda.

Il claim di GIN è Think global, act local. Riesci ad applicarlo anche al tuo quotidiano?

Penso che tutte le persone che gravitano intorno a GIN abbiano fatto di questa filosofia un aspetto fondamentale della propria vita: siamo parte di un mondo che cambia costantemente, tocca a noi trovare nuove strade che possano rivelarsi sostenibili.
 
La prospettiva globale è qualcosa di cui teniamo conto anche nel corso delle nelle nostre attività quotidiane: la crescita e il consumo senza limiti ci ha consegnato la consapevolezza per iniziare a prendere decisioni in direzioni diverse, non per forza opposte ma sicuramente alternative a quanto fatto.
 
Fondamentale è ricercare sempre la comunità, nel lavoro come nel quotidiano: è necessario applicarsi per generare e mantenere un network positivo, in opposizione alla tendenza controproducente dell’uno contro tutti.

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Parliamo di coprogettazione: come si prendono i contatti con i partner? Ci sono mai stati problemi di comunicazione?

Lo scambio inizia fin da subito: per GIN, le collaborazioni con il terzo settore, aziende, università e partner locali sono fondamentali sin dalle prime fasi del progetto.
Per quanto riguarda Agritube, ad esempio, siamo entrati in contatto con il nostro partner (Associazione Centro ELIS) subito prima della pandemia Covid, durante la quale abbiamo sviluppato il progetto, che ha poi avuto inizio durante gli ultimi mesi del 2021. La pandemia ha cambiato molte carte in tavola; una volta in Costa d’Avorio. abbiamo messo in campo con i partner locali una coprogettazione, impegnandoci a risolvere alcune problematiche di Agritube rispetto al contesto di installazione al fine di migliorandone l’efficacia. L’esperienza ci insegna infatti che il lavoro di progettazione non è mai granitico, ma necessita di costanti modifiche per adattarsi al quadro in cui si inserisce.
E’ fondamentale per delineare un’idea chiara e precisa. E laddove non riusciamo ad arrivare con la nostra immaginazione, entrano in gioco i partner locali: ci guidano nelle scelte tecniche, per fare in modo che non entrino in collisione con le specifiche del contesto.

Alla base dei progetti idea diffusa di sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Riuscite sempre ad applicarla ai vostri progetti?

La nostra è un’idea di sostenibilità a tre fattori, basata su una visione sistemica del design: non prendiamo in considerazione un prodotto semplicemente dal punto di vista tecnico, ma vogliamo riuscire a capire come interagisce col contesto in cui verrà introdotto, anteponendo il riscontro pratico alla teoria.
 
Allo stesso modo, parlando di sostenibilità, è fondamentale indagare l’intersezione tra impatto sociale, ambientale ed economico, evitando di considerarli come fattori a sé stanti. È una valutazione che richiede tempo, ma è essenziale per aver consapevolezza di ciò che si sta andando a fare e all’impatto che genererà.
 
Nello specifico, quello di Agritube è un perfetto esempio di progettazione implementata con approccio Nexus, che coniuga energia, cibo e acqua, risorse imprescindibili per la sostenibilità del pianeta. Agritube è un sistema di produzione agricola energeticamente indipendente (grazie all’alimentazione fotovoltaica) e in grado di risparmiare fino al 90% di risorsa idrica rispetto alla coltivazione in pieno campo.

Cosa vi spinge a progettare sistemi “piccoli”, dal raggio d’azione limitato in una società sempre più capitalistica e globalizzata?

Crediamo che non si debba lasciare nessuno indietro: anche al di fuori di Agritube, i nostri progetti si basano quasi unicamente su tecnologie low tech e sempre open source: vogliamo condividere la conoscenza, che pensiamo debba essere il più libera e accessibile possibile.
Fin dal momento in cui abbiamo iniziato a sentir parlare di sostenibilità agricola, ne siamo stati entusiasti e ci siamo messi all’opera: lo abbiamo fatto a modo nostro, attraverso uno sguardo rivolto al design e all’innovazione, studiando il mercato italiano e quello internazionale.
È così che abbiamo notato che il sistema idroponico non esisteva a un livello medio di produzione: mancava qualcosa nel mezzo, tra impianti high tech e sistemi fai da te.
Nasce così Agritube: un impianto modulare, che può contenere fino a duecentoquaranta piante, rivolto alle fasce medie della popolazione dei paesi in via di sviluppo, permettendo loro di accedere a una produzione sana e sostenibile di cibo per mezzo di una tecnologia alla portata di chiunque.

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Ultima domanda: nuovi progetti, idee in partenza?

Il prossimo step è quello di passare da una prima fase di sperimentazione a una successiva che prenda in considerazione la sostenibilità economica e la potenziale scalabilità del sistema in nuovi contesti come quelli periurbani delle grandi città del continente africano.
 
Ultimo, ma non meno importante, è il lancio di Impact Design, la nuova collaborazione di GIN con il Laboratorio di Design per la Sostenibilità dell’Università di Firenze: un incontro da cui nascerà una serie di progetti nell’ottica del design per lo sviluppo sostenibile… ma non anticipo altro, il lancio c’è stato ed è ora di dare la parola ai nostr* compagn* di viaggio!

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